VITA ALL’OMBRA DEL DISASTRO AMBIENTALE

Civitavecchia (Lazio), 2014

© Giulia Morelli, Patrizia Pace, David Pagliani 

Non solo mare, turismo e storia. A Civitavecchia c’è qualcos’altro che cambia la vita dei cittadini e incide fortemente sulla loro salute. Gli insediamenti industriali delle centrali Torrevaldaliga Nord a carbone di Enel e Torrevaldaliga Sud a ciclo combinato a olio combustibile della Tirreno Power, la presenza del più importante porto crocieristico del Mediterraneo, delle costruzioni in cemento ed eternit della Italcementi e dello stabilimento per lo smaltimento di sostanze chimiche nel Centro tecnico logistico interforze del comprensorio militare di Santa Lucia hanno devastato il territorio, trasformando Civitavecchia in un luogo dove è facile ammalarsi gravemente e morire. 

L’ultimo rapporto epidemiologico ha rilevato un incremento del 10% della mortalità per cause oncologiche rispetto alla media regionale, già superiore alla media nazionale. Alle patologie oncologiche si aggiungono quelle respiratorie e cardiovascolari. Secondo i comitati cittadini No Coke e Nessun Dorma, nati in difesa del territorio, il 70% delle famiglie conta almeno un morto o un malato per cause legate all’inquinamento. Il ricatto occupazionale creato dall’indotto si è sgretolato di fronte all’evidente problema ambientale e sanitario. Adamsite, iprite, fosgene, fosforo e arsenico sono solo alcune delle sostanze smaltite nello stabilimento gestito dall’esercito. I cittadini che vivono nella zona portuale sono costretti a fare i conti con biossidi di zolfo, ossidi di azoto, particolati sottili e altri elementi dannosi contenuti nei fumi emessi dalle grandi navi che sostano nel porto con i motori accesi per dare corrente ai servizi di bordo, emettendo più di 6000 tonnellate l’anno di COV (composti organici volatili). 

Una nave di grosso tonnellaggio inquina come 14mila autovetture e le centrali energetiche, nonostante vantino un sistema di filtraggio considerato tra i migliori al mondo, riescono a filtrare soltanto i particolati più pesanti, mentre i più sottili e i più nocivi per la salute restano nell’aria.

La grandezza economica del polo energetico e l’intenso traffico portuale di Civitavecchia sono destinati a passare in secondo piano nella vita dei suoi residenti, perché a prendere il sopravvento sono le leucemie, i linfomi, le allergie, le asme, le malattie respiratorie, cardiovascolari e neoplastiche. I più giovani però si stanno ribellano e pretendono una, seppur difficile, riconversione economica che punti sul turismo e sulla storia millenaria di una città che si adagia sul mare.