Contrada Martucci, Conversano (BA), 2017

© Ilaria Lagioia

La Puglia è una tra le regioni italiane con il più alto numero di discariche sotto sequestro, molte di queste abusive. Le discariche presenti tra Conversano, Mola di Bari, Rutigliano e Polignano, nella Provincia di Bari, nascono proprio così: tra abusivismo e accordi tra poteri forti, omertà e una grande quantità di interessi economici che dagli anni Settanta interessano il territorio. L’economia di questi luoghi è basata principalmente sull’agricoltura: uliveti e vigneti, frutteti e ortaggi si susseguono fino al mare.
Nel 1995 le contrade di Pozzovivo, San Vincenzo e Martucci (tra Conversano e Mola di Bari) furono classificate dall’INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria) aree ad “elevata produttività” grazie alla particolare qualità della terra già commercializzata dalla ditta Giovine. Le numerose cave presenti in questi luoghi sono la conseguenza di anni e anni di escavazione abusiva. 

Grazie agli accordi stretti tra la Giovine e la Lombardi Ecologia, società leader della raccolta di rifiuti nel Sud d’Italia, dagli anni Ottanta inizia l’interramento abusivo dei rifiuti, provenienti da tutta la provincia di Bari, nella cava presente in contrada Martucci.
In meno di dieci anni, nelle campagne tra Conversano e Mola di Bari, aumenta il traffico di Tir e sempre più rifiuti vengono conferiti in contrada Martucci: la Lombardi Ecologia, infatti, dalla fine degli anni Ottanta agli inizi dei Novanta, espande la propria attività accettando oltre che i rifiuti pugliesi anche quelli proventi da città come Mantova, Firenze e Roma. 

A compromettere l’area che i contadini del posto chiamano la “Conca D’Oro" , oltre l’innalzamento del limite della discarica e lo smaltimento di rifiuti speciali ed ospedalieri, è anche l’inquinamento dei terreni e della falda provocato dallo smaltimento irregolare di percolato e della sua possibile dispersione nel sottosuolo a causa della non corretta impermeabilizzazione delle vasche.
Non solo. Per favorire la crescita della discarica viene eliminata una porzione di strada comunale e, trent’anni dopo, sull’area denominata “primo lotto” – per l’ENEA sito potenzialmente contaminato – viene installato un parco fotovoltaico. 

Nel 2013 i giudici della Procura di Bari dispongono il sequestro di gran parte dell’area. Fra i reati contestati ai responsabili della gestione della discarica e agli altri soggetti coinvolti, vi è anche il “disastro ambientale”. Attualmente – nella parte non sottoposta a sequestro – contrada Martucci ospita un impianto complesso per rifiuti urbani a servizio di 21 comuni, diventati negli ultimi mesi 39. 
Non hanno avuto l’esito desiderato le richieste di controlli più approfonditi, anche miranti alla creazione di un registro tumori, nonché gli inviti alla messa in sicurezza delle vasche di raccolta fatte proprie da docenti universitari, studiosi e alcune associazioni.

Intanto, continua l’indifferenza di buona parte dei cittadini, l’assenza delle istituzioni locali, la noncuranza delle regole, così come continua la raccolta di frutta e ortaggi a Pozzovivo, San Vincenzo e Martucci. 
Le proteste e i cortei degli anni Novanta e del Duemila sono ormai lontani.

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