Caserta, 2019Veduta aerea della cava di Santa LuciaAttualmente inattiva, la cava di Santa Lucia è proprietà della Società Luserta Luigi s.r.l. Il sito risale al 1752 con l’utilizzo del calcare per la costruzione della Reggia Vanvitelliana. L’area di estrazione è pari a circa 350 mila m² con un volume di 1,5 Mio di m³. Con l’entrata in vigore del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) nel 2006 questa cava è stata perimetrata all’interno della Zona ad Alta Criticità (ZAC).
San Tammaro (CE), 2019 Real Sito di CarditelloUn affresco di Jakob Philipp Hackert nelle stanze del Real Sito di Carditello. Su indicazione del Re Ferdinando IV di Napoli, nel 1786 il tedesco venne assunto come pittore di corte e incaricato di curare la sua immagine. Le innumerevoli tele realizzate in quegli anni sono il manifesto dello splendore che la Campania Felix visse in quel periodo.
Caserta, 15 settembre 2019Uomo della Protezione Civile durante un rogo lungo i tornanti che conducono a Castel MorroneOgni estate la Regione Campania avvia la Campagna Antincendio Boschivo per prevenire e fronteggiare il fenomeno dei roghi.Talvolta i fuochi appiccati sono utilizzati dagli allevatori per rinnovare il pascolo o per la raccolta di asparagi. Questo fenomeno è così diffuso da aver costretto la Regione a emanare un’apposita legge che multa chi viene trovato a raccogliere ortaggi selvatici sui terreni devastati dalle fiamme.
San Clemente (CE), 2019A. osserva il cementificio Moccia dal balcone di casaL’abitazione di A. affaccia direttamente sul cementificio. Nei periodi di maggiore attività i balconi delle case limitrofe venivano costantemente ricoperti di polvere e il rumore della produzione era assordante. Ormai praticamente inattivo, oggi le attività del cementificio sono limitate all’imbustamento del brecciolino.
Maddaloni (CE), 2019Veduta aerea del cementificio Colacem (ex Cementir), sullo sfondo la cava VittoriaFino al 31 marzo 2019 il cementificio Colacem (ex Cementir) si era visto autorizzare le attività di estrazione nella cava Vittoria per un volume complessivo di oltre 500mila m³ e il raggiungimento della quota finale di fondo piazzale di 92 metri. Nel dicembre 2018 comitati e cittadini hanno fatto ricorso contro il decreto regionale riuscendo a bloccarne le attività.
Sopra Pioppi (CE), 2019Cava PioppiProprietà della società Fran.ca s.p.a. la cava Pioppi attualmente è inattiva. Nel 1954 le aree di cava nella catena dei monti tifatini erano di appena 87 ettari, oggi l’area nota come “città continua” che va da Capua a Maddaloni è profondamente segnata da 20 siti estrattivi. Secondo il rapporto cave 2017 di Legambiente nella provincia di Caserta sono presenti 317 cave abbandonate, 59 chiuse, almeno 26 abusive e 46 autorizzate: una cava ogni 5,8 km².
Marcianise (CE), 2019Domenico Magno posa fuori i cancelli dello stabilimento Olivetti di MarcianiseEx dipendente della Olivetti, Domenico Magno fu assunto nella sede di Marcianise nel 1969 e vi lavorò fino al 1999. Sorto nel 1969 dal genio di Marco Zanuso, urbanista e fondatore del design industriale italiano, questo stabilimento di circa 1000 dipendenti rappresentò per molti l’affrancamento dal lavoro agricolo. Nonostante l’azienda lasciò lo stabilimento nel 1998 per procedere poi alla sua definitiva chiusura nel 2000, offre tutt’oggi ai suoi dipendenti con più di 25 anni di servizio, come Domenico, agevolazioni economiche sulle spese sanitarie, secondo il principio tanto caro ad Adriano Olivetti che “il fine dell’azienda era il benessere dei lavoratori”.
Marcianise (CE), 2019Ex stabilimento Olivetti di MarcianiseUno dei saloni di produzione. Nel corso degli anni è stato preda di innumerevoli atti vandalici che hanno completamente stravolto l’aspetto originale dello stabilimento. Sorto nel 1969 dal genio di Marco Zanuso, urbanista e fondatore del design industriale italiano, questo stabilimento di circa 1000 dipendenti rappresentò per molti l’affrancamento dal lavoro agricolo.
Sopra Pioppi (CE), 2019Veduta aerea della cava PioppiProprietà della società Fran.ca s.p.a. la cava Pioppi è attualmente inattiva. Nel 1954 le aree di cava nella catena dei monti tifatini erano di appena 87 ettari, oggi l’area nota come “la città continua” che va da Capua a Maddaloni è profondamente segnata da 20 siti estrattivi. Secondo il rapporto cave 2017 di Legambiente nella provincia di Caserta sono presenti 317 cave abbandonate, 59 chiuse, almeno 26 abusive e 46 autorizzate: una cava ogni 5,8 km².
Marcianise (CE), 2019Francesca Castanò nello stabilimento dell’ex SIAG di MarcianiseProfessoressa del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale di Aversa, Francesca Castanò è stata tra i primi ad essersi interessata della riqualificazione dello stabilimento dell’ex SIAG. Costruito nel 1962 ad opera di Angelo Mangiarotti, uno dei maestri dell'architettura italiana, per la produzione di pannelli truciolari, attualmente lo stabilimento è proprietà di Invitalia Partecipazioni.I 23 ettari che compongono il sito sono stati oggetto di numerosi atti vandalici mirati a ridurre drasticamente il valore economico dell’area.
Caserta, 2019Un rogo tossico nella zona di Macerata CampaniaIl 2019 ha visto un aumento degli incendi del 25% rispetto al 2018, con 1038 interventi tra Protezione Civile e Vigili del Fuoco da giugno ad agosto nella sola provincia di Caserta.
Marcianise (CE), 2019Ex stabilimento Olivetti di MarcianiseUn vecchio ufficio dell’azienda. Nel corso degli anni questo sito è stato preda di innumerevoli atti vandalici che hanno completamente stravolto l’aspetto originale dello stabilimento.Sorto nel 1969 dal genio di Marco Zanuso, urbanista e fondatore del design industriale italiano, questo stabilimento di circa 1000 dipendenti rappresentò per molti l’affrancamento dal lavoro agricolo.
Caserta, 27 settembre 2019 Manifestazione Fridays For FutureA Caserta più di 10.000 giovani da tutta la provincia hanno aderito alla giornata di sciopero mondiale promossa dal movimento Fridays For Future lanciato da Greta Thunberg.
Nola (NA), 2019Veduta aerea del Centro Commerciale “Vulcano Buono”Il pentito Carmine Alfieri ha minuziosamente illustrato il tipo di sversamento che avveniva nelle campagne di Boscofangone, dove poi è sorto il centro commerciale “Vulcano Buono”. “Nello stesso posto abbiamo costruito un grande centro commerciale, il Vulcano Buono, progettato da Renzo Piano, archistar e senatore a vita. A nessuno pare essere importato che durante gli scavi siano stati rinvenuti bidoni di liquami industriali provenienti dalla Germania. Ma ora tutto è stato coperto dal cemento mentre i tumori qui hanno falcidiato intere famiglie”.
Calvi Risorta (CE), 2019Bruno Ranucci nello stabilimento dell’ex Pozzi Ginori di Calvi RisortaEx sindacalista e segretario generale della GISL di Vercelli, Bruno Raucci è l’autore del libro “La grande illusione” (2019), in cui descrive il fallimento dell’industrializzazione del Mezzogiorno che ha trasformato Terra di Lavoro in Terra dei Fuochi. Il libro indaga sulle attività di scavo cominciate nel giugno 2015 per scoprire la causa dei fumi provenienti dal terreno. L’allora Comandante del Corpo Forestale e attuale Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, aveva segnalato una discarica sotterranea di circa 25 ettari per un volume di 2 Mio di m³ con una presenza massiccia di rifiuti industriali e fusti metallici contenenti solventi. Anche nelle analisi delle acque sotterranee emersero quantità di policlorobifenili e idrocarburi superiori alla norma.
Caivano (NA), 2019Sponda dei Regi LagniQuesta fitta rete di canali noti dall’età del viceregno spagnolo con il nome di Regi Lagni, raccoglie le acque piovane e sorgive convogliandole a mare attraverso la foce del Volturno. Secondo i dati resi disponibili dall’Arpac relativi al 2018 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, su un totale di 391 controlli eseguiti nella regione, il 39% è risultato “non conforme”, con picchi del 63% per gli impianti della provincia di Caserta.
San Nicola (CE), 2019Ex opificio Saint GobainA febbraio 2019 sono stati sequestrati 12 pozzi d’acqua utilizzati per uso domestico e per irrigazione agricola nell’area nota come “piscina rossa”. In questa zona vi era infatti una cava dove ristagnavano residui dell’attività di lavorazione del ferro e del vetro dell’opificio Saint Gobain dal 1958, quando l’area era a vocazione agricola, al 1988, quando l’azienda fu dismessa. Nei campioni d’acqua analizzati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere è emersa la presenza di circa 9000 mg per litro di arsenico a fronte di una soglia di 10 mg prevista dalla legge.
Castel Volturno (CE), 2019Cumulo di rifiuti sul lungomare della cittàIn seguito agli sversamenti illegali di rifiuti e all’emergenza roghi tossici sul territorio, nell’agosto 2019 è nato il Comitato No Roghi, per sostenere azioni di prevenzione e sensibilizzazione della cittadinanza.
San Clemente (CE), 2019Cava IulianoNel 1954 le aree di cava nella catena dei monti tifatini erano di appena 87 ettari, oggi l’area nota come “la città continua” che va da Capua a Maddaloni è profondamente segnata da 20 siti estrattivi. Secondo il rapporto cave 2017 di Legambiente nella provincia di Caserta sono presenti 317 cave abbandonate, 59 chiuse, almeno 26 abusive e 46 autorizzate: una cava ogni 5,8 km².
Calvi Risorta (CE), 2019Giosuè Papa nello stabilimento dell’ex Pozzi Ginori di Calvi RisortaEx dipendente dello stabilimento della Pozzi Ginori di Calvi Risorta, Giosuè Papa è stato il primo assunto dell’azienda nel 1961 ed è andato in pensione 4 anni prima della chiusura della fabbrica del 1984. Da anni è impegnato nella questione ambientale relativa al sito. In seguito alle attività di scavo cominciate nel giugno 2015 per scoprire la causa dei fumi provenienti dal terreno sono state rinvenute massicce quantità di rifiuti industriali e di fusti metallici contenenti solventi ricollegabili alla produzione dello stabilimento. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha posto sotto sequestro 47 ettari ma la bonifica di quella che è stata definita “la discarica sotterranea più grande d’Europa” dall’allora Comandante del Corpo Forestale e attuale Ministro dell’Ambiente Sergio Costa non è mai iniziata.
Caivano (NA), 2019Il Lagno Vecchio dal ponte di CarbonaraQuesta fitta rete di canali noti dall’età Borbonica con il nome di Regi Lagni rappresentava un’opera di avanguardia idrogeologica. Nati con lo scopo di prevenire inondazioni e tenere a disposizione le acque in caso di siccità, i Regi Lagni raccolgono acque piovane e sorgive convogliandole a mare attraverso la foce del Volturno. Secondo i dati resi disponibili dall’Arpac relativi al 2018 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, su un totale di 391 controlli eseguiti nella regione, il 39% è risultato “non conforme”, con picchi del 63% per gli impianti della provincia di Caserta.
San Prisco (CE), 2019Cava StatutoNel 1965, nel cuore dei Monti Tifatini, venne inaugurata una cava che eredita il nome dal suo vecchio proprietario: Roberto Statuto. Deceduto alcuni anni fa, Statuto fu accusato e sottoposto al processo Spartacus per aver utilizzato rifiuti tossici, tra cui amianto, nell’impasto del cemento armato. Condotto principalmente a carico del clan dei Casalesi, Spartacus vide oltre 115 persone processate fra cui il boss Francesco Schiavone, soprannominato “Sandokan”. Nell’area più vicina alla cava, tra Casapulla e San Prisco, sono in continuo aumento i decessi per tumore. Oggi l’area della cava è stata dissequestrata ed è gestita dalla moglie e i figli di Rodolfo Statuto.
Località Monti (CE), 2019 Veduta aerea della cava MontiSecondo quanto riportato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, in questo sito tra gli anni ‘80 e ‘90 sono state ‘tombate’ circa 300mila tonnellate di rifiuti speciali e riversate 30mila tonnellate di percolato direttamente in falda con conseguente contaminazione da arsenico e metalli pesanti. Nonostante un’ordinanza del 10 novembre 2017 vieti la coltivazione in un raggio di 500m dal perimetro di cava, nei campi adiacenti continua l’attività di produzione.
Marcianise (CE), 2019Ex stabilimento Olivetti di MarcianiseFotografia ritrovata nella sala sorveglianza dell’azienda. Sorto nel 1969 dal genio di Marco Zanuso, urbanista e fondatore del design industriale italiano, questo stabilimento di circa 1000 dipendenti rappresentò per molti l’affrancamento dal lavoro agricolo.
Marcianise (CE), 2019Vigilante dell’Italpol apre i cancelli dello stabilimento dell’ex SIAGCostruito nel 1962 ad opera di Angelo Mangiarotti, uno dei maestri dell’architettura italiana, per la produzione di pannelli truciolari, attualmente lo stabilimento dell’ex SIAG è proprietà di Invitalia Partecipazioni. I 23 ettari che compongono il sito sono stati oggetto di numerosi atti vandalici mirati a ridurre drasticamente il valore economico dell’area.
Castel Volturno (CE), 2019Foce del fiume VolturnoPer il decimo anno consecutivo, il campionamento eseguito dai tecnici di Legambiente presso la Foce Regi Lagni è stato giudicato “fortemente inquinato”. Secondo i dati resi disponibili dall’Arpac relativi al 2018 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, su un totale di 391 controlli eseguiti nella regione, il 39% è risultato “non conforme”, con picchi del 63% per gli impianti della provincia di Caserta.
CASERTA INFELIX
Il destino tradito della Campania Felix
Caserta (Campania), 2019
© Francesco Natale
Questo lavoro nasce dall’esigenza di indagare alcuni luoghi del mio territorio che, seppur geograficamente distanti e apparentemente sconnessi tra loro, sono legati da un filo rosso fatto di prepotenza e sopruso.
Nel cuore di Terra di Lavoro, così definita per la prima volta da Plinio il Vecchio nel I secolo d.C., si estende la provincia di Caserta. Con oltre 922 mila residenti, è la decima in Italia per numero di abitanti, costituisce una delle più importanti aree del pianeta per fertilità dei suoli, grazie alla presenza di tre vulcani (Roccamonfina, Vesuvio e Campi Flegrei) che ne ha determinato il destino produttivo. Il paesaggio contemporaneo mostra però tutta la violenza e la contraddizione di questo territorio: l’odore acre dei fuochi, le montagne deturpate, l’abbandono dei siti industriali fanno a pugni con le vedute ormai arcaiche della Terra felix dipinte ad esempio da Philipp Hackert nel XVIII secolo.
In un contesto in cui il ciclo del cemento ha costituito uno degli assi principali dell’attività camorristica, la cintura dei Monti Tifatini che circondano Caserta sta scomparendo con un ritmo che fino a pochi anni fa era di circa 36 campi di calcio l’anno. Questo si è tradotto nella cementificazione del 92% del territorio della città, dove si è costruito il 400% in più del fabbisogno abitativo, e dove il verde pubblico non supera i 2m²/ab sui 13 previsti dal Piano Regolatore Generale. Su tre cementifici esistenti in Campania ben due si trovano tra Caserta e Maddaloni, separati da appena 500 mt.
Dal 2000, inoltre, la provincia di Caserta sta vivendo un drammatico processo di desertificazione industriale. Il periodo d’oro generato dalla Cassa del Mezzogiorno, sia in termini economici che di genio architettonico, durò poco e gli incentivi pubblici lasciarono il campo a capannoni chiusi e disoccupazione.
La mancanza di riqualificazione e bonifica di questi siti hanno causato, nel tempo, la contaminazione da metalli pesanti di diverse falde acquifere, così come dei suoli e dei corsi d’acqua. Persino un’opera di avanguardia idrogeologica risalente al XVII secolo come i Regi Lagni è ormai diventata simbolo di abbandono e degrado. La cosiddetta Terra dei Fuochi nel 2019 ha visto un aumento degli incendi del 25% rispetto al 2018, con ben 1038 interventi tra Protezione Civile e Vigili del Fuoco tra giugno e agosto.
Forse la speranza è da ricercare nei giovani. Il 27 settembre 2019 più di 10mila studenti della provincia hanno partecipato allo sciopero del Fridays For Future di Caserta. Un’inversione di marcia? C’è da chiedersi se si è in tempo per recuperare lo splendore della Campania Felix.