CASERTA INFELIX
Il destino tradito della Campania Felix

Caserta (Campania), 2019

© Francesco Natale

Questo lavoro nasce dall’esigenza di indagare alcuni luoghi del mio territorio che, seppur geograficamente distanti e apparentemente sconnessi tra loro, sono legati da un filo rosso fatto di  prepotenza e sopruso.
Nel cuore di Terra di Lavoro, così definita per la prima volta da Plinio il Vecchio nel I secolo d.C., si estende la provincia di Caserta. Con oltre 922 mila residenti, è la decima in Italia per numero di abitanti, costituisce una delle più importanti aree del pianeta per fertilità dei suoli, grazie alla presenza di tre vulcani (Roccamonfina, Vesuvio e Campi Flegrei) che ne ha determinato il destino produttivo. Il paesaggio contemporaneo mostra però tutta la violenza e la contraddizione di questo territorio: l’odore acre dei fuochi, le montagne deturpate, l’abbandono dei siti industriali fanno a pugni con le vedute ormai arcaiche della Terra felix dipinte ad esempio da Philipp Hackert nel XVIII secolo.
In un contesto in cui il ciclo del cemento ha costituito uno degli assi principali dell’attività camorristica, la cintura dei Monti Tifatini che circondano Caserta sta scomparendo con un ritmo che fino a pochi anni fa era di circa 36 campi di calcio l’anno. Questo si è tradotto nella cementificazione del 92% del territorio della città, dove si è costruito il 400% in più del fabbisogno abitativo, e dove il verde pubblico non supera i 2m²/ab sui 13 previsti dal Piano Regolatore Generale. Su tre cementifici esistenti in Campania ben due si trovano tra Caserta e Maddaloni, separati da appena 500 mt.
Dal 2000, inoltre, la provincia di Caserta sta vivendo un drammatico processo di desertificazione industriale. Il periodo d’oro generato dalla Cassa del Mezzogiorno, sia in termini economici che di genio architettonico, durò poco e gli incentivi pubblici lasciarono il campo a capannoni chiusi e disoccupazione.
La mancanza di riqualificazione e bonifica di questi siti hanno causato, nel tempo, la contaminazione da metalli pesanti di diverse falde acquifere, così come dei suoli e dei corsi d’acqua. Persino un’opera di avanguardia idrogeologica risalente al XVII secolo come i Regi Lagni è ormai diventata simbolo di abbandono e degrado. La cosiddetta Terra dei Fuochi nel 2019 ha visto un aumento degli incendi del 25% rispetto al 2018, con ben 1038 interventi tra Protezione Civile e Vigili del Fuoco tra giugno e agosto.
Forse la speranza è da ricercare nei giovani. Il 27 settembre 2019 più di 10mila studenti della provincia hanno partecipato allo sciopero del Fridays For Future di Caserta. Un’inversione di marcia? C’è da chiedersi se si è in tempo per recuperare lo splendore della Campania Felix.