IL PONTE SUL MARE DEI GUAI
Lo Stretto di Messina

Messina (Sicilia), 2023

© Valentina Menta

L'idea di costruire un ponte sullo Stretto comincia a realizzarsi con il governo Berlusconi nel suo IV mandato (anni 2008-2011) fino ad arrivare all'emanazione del decreto-legge n°58, del 16 marzo 2023 del governo Meloni. Il costo complessivo dell’opera è stato stimato di 15 miliardi di euro e i lavori dovrebbero iniziare il 31 luglio 2024 per finire nel 2030. Sarà il ponte sospeso più lungo al mondo, con una campata unica di 3.666 metri e ospiterà due carreggiate stradali di sei corsie, per collegare la costa calabra a quella siciliana nelle rispettive zone di Punta Pezzo e Ganzirri.

Seguendo il progetto ufficiale della grandiosa opera ingegneristica rappresentata dal ponte, la costa siciliana messinese sembra viverne l’impatto maggiore. Infatti, i suoi residenti hanno subito espresso il loro disappunto perché fermamente convinti che i danni saranno maggiori dei benefici. Ad esempio, Lelio Bonaccorso, fumettista che ha creato una fanzine riguardante questo tema, o Enza Lo Jacono, abitante di Torre Faro molto attiva, che ha partecipato a diverse conferenze stampa come rappresentante degli esproprianti. Gli sgomberi interesseranno le zone messinesi di Contesse, Torre Faro e Annunziata, dove verranno demoliti intere aree residenziali, come i residence Due Torri e Torre Faro, nei quali si contano circa 100 villette, tra cui lo storico Villino delle Rose, costruito nel 1921. Il problema riguarderà anche i commercianti, che dovranno chiudere le attività identitarie del territorio: Gitano’s e U Cioscu Da Calia, ad esempio, sono due tra i più antichi luoghi di aggregazione e ristorazione che verranno dismessi.

Un ulteriore punto su cui fermarsi a riflettere riguarda il traffico locale delle automobili e del trasporto su gomma, attualmente servito da navi veloci che in 20-30 minuti attraversano lo stretto (con partenze ogni 40 minuti) per una distanza, in linea d’aria, di circa tre chilometri. Con la costruzione del ponte le distanze aumenteranno di circa 30 km, incentivando di conseguenza l’uso del mezzo proprio in un’area che versa già in condizioni critiche. Inoltre, l’altezza dell’impalcato ostacolerà per sempre il passaggio delle nuove navi da crociera e delle navi da carico, che perciò saranno destinate a circumnavigare la Sicilia con evidente spreco di carburante, tempo, denaro, causando inoltre l’aumento dell’inquinamento dei mari.

Anche l’ambiente verrà impattato dalla costruzione del ponte, in quanto la situazione dei torrenti che collegano i due laghi di Ganzirri non preoccupa meno: la costruzione di nuove reti ferroviarie dedicate potrebbe infatti causarne il prosciugamento. Anche la costa di Capo Peloro, dal 1972 patrimonio UNESCO, verrà distrutta, causando una perdita di più di 400 specie acquatiche dovuta alla realizzazione di un viadotto della proporzione di un palazzo di venti piani, e di una torre portante equivalente a un grattacielo di settantasei piani. Inoltre, l’andirivieni di uomini e materiali sullo Stretto, nei sei anni previsti per la costruzione, potrebbero causare seri problemi alla tradizionale pesca del pesce spada.

In sostanza, la costruzione ideata per migliorare e unire la Sicilia al resto dell’Europa potrebbe rivelarsi un vero e proprio disastro ambientale, come denuncia il WWF ricordandoci che lo stretto di Messina raccoglie una delle più alte concentrazioni di biodiversità al mondo, come testimonia ad esempio la migrazione afro-euroasiatica degli uccelli, che trovano sulle due coste dello stretto un’area favorevole per la sosta e la nidificazione, monitorata con attenzione e cura anche dal Museo Zoologico di Cambria del Papardo (Messina).