P.I.S.Q. Cronaca di un conflitto ambientale nel poligono di Quirra

Quirra (Sardegna), 2013

© Manuela Meloni

Quirra rappresenta un caso esemplare per comprendere in profondità le problematiche ambientali dovute alla presenza di installazioni militari (nella fattispecie un poligono), esasperate in questo caso dalla natura sperimentale delle attività svolte al suo interno. 

Quirra è una frazione di Villaputzu, tra la costa sud-orientale della Sardegna e l’Ogliastra, una zona in origine agro-pastorale divenuta fino alla fine degli anni Sessanta un sito minerario importante per l’estrazione di arsenico, piombo, argento e altri metalli pesanti. Dall’inizio degli anni Cinquanta ospita la più grande base militare sperimentale d’Europa (e la terza nel mondo), conosciuta come P.I.S.Q. - Poligono Interforze del Salto di Quirra. Le sue attività coinvolgono sia terra che mare di questa area dell’isola e viene utilizzata come sito di addestramento dalla NATO, dalle Forze Armate italiane e da eserciti di altri paesi, tra cui l’Iraq e la Libia.

Il poligono di Quirra è una ferita nel territorio di circa duecento chilometri quadrati, uno spazio geografico all’interno del quale sono presenti una decina di comuni della provincia di Cagliari e di Nuoro, nel tempo sottoposti all’esproprio di terreni e case, anche se il permesso concesso ai residenti di continuare a svolgere le proprie attività all’interno dell’area ha generato un equilibrio fragile tra attività umane ed esigenze militari. 

La comunità locale convive con l’ingombrante presenza di attività che hanno lasciato un profondo segno nel territorio: residuati bellici abbandonati, munizioni ed armi incustoditi sul terreno contraddistinguono un paesaggio compromesso. La vastità delle conseguenze ambientali delle attività militari è notevole, come gravi e allarmanti sono le conseguenze registrate nei decenni sulla salute degli abitanti e degli animali.