TAP AWARE
Irregolarità nell’approdo del Gasdotto in Italia

San Foca (Puglia), 2017

© Giuseppe Laera

La Puglia conosce sin di primi anni Sessanta uno sviluppo industriale massivo, le cui conseguenze sono osservabili nei dati epidemiologici: le province di Taranto, Brindisi e Lecce presentano picchi di malattie genetiche, tumori alla vescica e al sistema respiratorio, con maggiore incidenza registrata nei bambini.

La situazione di per sé allarmante ha alle spalle scandali legati alla gestione delle problematiche ambientali, un’eredità che oggi si misura con l’accoglienza del igasdotto TAP – Trans Adriatic Pipeline. Lungo 878 km circa, è un segmento della grande opera South-Stream, corridoio sud del gas, una mega infrastruttura che fornirà gas all'Italia dai giacimenti di Shah Deniz II in Azerbaijan. Il punto di approdo previsto è sulla costa adriatica del Salento, a San Foca in provincia di Lecce.

Il gasdotto attraverserà Azerbaijan, Georgia, Turchia, Grecia, Albania e il mar Adriatico per riallacciarsi alla rete italiana SNAM – Società Nazionale Metanodotti, la cui costruzione dovrà essere completata per permettere il raggiungimento delle regioni nel Nord Europa.

L'area non sè un SIN, ma la preoccupazione che lo diventi è forte. TAP è considerata un’opera strategica per diverse ragioni, una tra le quali la diversificazione del mercato europeo del gas, oggi dipendente da quello russo. In realtà è stata dimostrata la partecipazione economica all’impresa degli stessi paesi dai quali l'Unione Europea intende diversificarsi.

E’ necessario mantenere alta la vigilanza sull'erogazione dei finanziamenti pubblici per la realizzazione del gasdotto. La maggior parte dei governi con i quali l'Unione Europea dovrà stringere accordi presenta situazioni politiche al limite del sistema dittatoriale. E il timore che una speculazione di questo tipo possa tradursi in un'ulteriore aggravio della situazione ambientale già difficile è grande. Così la paura che questo si traduca nell'ennesimo danno alla salute della popolazione locale, che sente ingiustificata la presenza di quest'opera sul proprio territorio.