IL LIMITE VALICABILE

Sardinia: l’impatto dei poligoni sul territorio

Teulada, Quirra, Capo Frasca (Sardegna), 2018

© Helodie Fazzalari

Il progetto si è posto l’obiettivo di affrontare il conflitto ambientale e sociale che si cela dietro alla presenza delle basi e dei poligoni militari in Sardegna. Qual è l’impatto ambientale e quello sulla salute umana dei poligoni militari e delle esercitazioni in Sardegna? In che modo la società sarda risponde alla presenza militare sull’isola? Dai dati dell’Assemblea Generale Sarda ‘A Foras’, emerge che le basi appartenenti sia alla NATO che all’Italia sono stabilite sul territorio dal 1956, <<un’occupazione militare>> per riprendere le parole di A Foras, che copre in Sardegna circa 35.000 ettari di terra e 23.000 kmq di mare. Alla base di questa lotta antimilitarista sussistono due problematiche: una di carattere occupazionale e l’altra di tipo ambientale. L’arma è stata accusata di essere responsabile e complice del ‘continente’ di morti e malattie che da decenni si susseguono ad effetto domino sul territorio sardo. Il mio lavoro racconta di un limite che separa nettamente le zone interdette da quelle regionali, ma più di ogni altra cosa traccia uno spaccato nella società sarda: militaristi e antimilitaristi che ormai da decenni giocano ad una guerra silenziosa e sotterranea. Dall’altra parte del ‘limite’ ci sono i militari, anch’essi con le loro verità e le loro ragioni, che lottano contro un antimilitarismo diffuso e contro parte della società che identifica in loro ‘lo straniero’.