L’AMARA LUCANIA

Val Basento (Basilicata), 2015

© Vincenzo Montefinese

La Basilicata è la più grande riserva di idrocarburi d’Italia. Ben prima dell'implementazione dei noti giacimenti in Val D'Agri, in Val Basento, zona in provincia di Matera che prende il nome dal fiume che la attraversa e che sfocia nel mar Ionio, a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta viene scoperto un esteso giacimento metanifero. Il 31 luglio 1961 Enrico Mattei (presidente dell’ENI), Emilio Colombo (Ministro dell’Industria) e Amintore Fanfani (Presidente del Consiglio), posano la prima pietra per la costruzione del complesso petrolchimico dell’ANIC (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili) di Pisticci. Quel giorno cambierà la storia di questo territorio, da sempre a vocazione agricola, mutandone profondamente il modello di sviluppo socio-economico. 

In pochi anni, in una delle aree più povere del Mezzogiorno viene raggiunto un picco occupazionale di 7.000 lavoratori a fronte della trasformazione della Val Basento in una delle aree industriali più estese del Sud Italia. 

Lo sviluppo dell'area si arresta alla fine degli anni '70 con la crisi della chimica di base. Da allora si susseguono tentativi di de-industrializzazionee re-industrializzazione che lasciano sul terreno gravi impatti in termini sociali, economici ed ambientali.

Tra fine anni Novanta e gli inizi del Duemila il principale business dell’area è rappresentato dall’attività della Tecnoparco, società controllata dall’ENI con sede a Pisticci, che si occupa dello smaltimento dei reflui petroliferi, definita “il terminale del tubo digerente petrolifero”. Come conseguenza di tali attività, le indagini dell’ARPA Basilicata evidenziano lo stato critico del fiume Basento, dove sostanze nocive e cancerogene sono presenti nelle acque superficiali e in falda. I livelli di contaminazione costringono i sindaci di Ferrandina e Pisticci a emettere nel dicembre 2013 un’ordinanza di divieto di attingimento delle acque per uso umano e zootecnico. 

Secondo uno studio effettuato dall’Istituto Superiore della Sanità in collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano, dal 1970 la percentuale di tumori maligni in Basilicata è vertiginosamente in crescita e si prevede che questo dato verrà confermato nel prossimo futuro. Per questo dal 2002 l’area Val Basento è inserita tra i S.I.N. (Sito di Interesse Nazionale) del “Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale” ma ad oggi le operazioni non sono ancora iniziate. La gente del posto riconosce le cause dell’inquinamento nelle scelte politiche scellerate che sono andate incontro agli interessi delle grosse imprese, come l’ENI, lasciate libere di agire indisturbate nel territorio. 

D'altro canto, gli ultimi rapporti Istat hanno evidenziato che tra il 2003 e il 2014 la Basilicata è fra le tre regioni più povere d’Italia, dato confermato dalle statistiche sull’emigrazione giovanile verso l’Italia del Nord o altri paesi d’Europa, in costante aumento.